Dossier
A cura di SUSANNA CHIESA, ex volontaria, legale dei volontari estromessi, Presidente dell'Associazione Freccia 45.
Nota bene: tutte le foto e documenti di cui si accenna nel dossier sono disponibili presso la sede dell'Associazione Radicali Lecco.
IN RELAZIONE ALL’AFFIDAMENTO DEL CANILE MUNICIPALE Il Consiglio comunale ha deliberato in data 18.12.2002 l’affidamento della gestione del canile municipale alla L.I.D.A. (Lega Italiana per la Difesa degli Animali O.N.L.U.S.), avente sede in Calolziocorte.L’amministrazione comunale è ricorsa ad un affidamento diretto senza consultare altri soggetti esterni, sulla base di considerazioni di urgenza e del fatto che la medesima associazione risultava assegnataria da parte dell’ASL dei servizi di canile sanitario e di accalappiamento.I predetti servizi sono stati però affidati sino al 31.12.2003, mentre la gestione del canile è stata concessa per un periodo molto più lungo e precisamente per nove anni rinnovabili. Si evidenzia inoltre che l’associazione assegnataria (L.I.D.A.) aveva una dimensione locale e soprattutto era di recentissima istituzione, mentre nel territorio esistevano associazioni con valenza nazionale ed esperienza consolidata e verificata.Tali associazioni tuttavia sembrano non essere state prese in considerazione dall’Amministrazione Comunale.
Il corrispettivo riconosciuto dal Comune all’associazione per il periodo di nove anni è stato stimato in € 542.369,79 (IVA compresa). Un importo considerevole e che supera il limite di € 200.000,00 fissato per gli appalti di pubblici servizi, come fatto rilevare dal Consigliere Comunale Sig.ra Carla Zanetti. L’affidamento della gestione del Canile Comunale appare sospettoso e quanto sopra enunciato e’ stato messo in evidenza nell’INTERPELLANZA 1 diretta al Sig. Sindaco del Comune di Lecco, datata 6 Novembre 2003 a firma del Consigliere Comunale Sig.ra Carla Zanetti.
Da questa interpellanza appare un quesito ben più rilevante, come messo in evidenza dalla medesima Zanetti: “Come è stato valutato il fatto che la LEGA NAZIONALE DIFESA CANI, sezione di Lecco, per bocca del suo Presidente, il giorno 2 dicembre 2002, abbia comunicato la sua intenzione di rescindere il contratto per difficoltà a gestire il servizio, e lo stesso giorno, 2 dicembre 2002, lo stesso Presidente, questa volta però a nome di un’altra associazione, la LEGA ITALIANA DIFESA ANIMALI, di Calolziocorte, si dichiari pronto a sottoscrivere il nuovo contratto?”In tali due dichiarazioni, che riportano la medesima data e la medesima firma, veniva dichiarato prima dalla Sig.ra Brambilla in veste di Presidentessa della LEGA ITALIANA DIFESA ANIMALI, sezione di Lecco, di rinunciare a malincuore all’impegno contrattuale di gestione del Canile, non trovandosi, l’Associazione, più nella condizione di portare avanti tale oneroso e complesso incarico per insufficienza di contributi alle spese e difficoltà di gestire le problematiche di tipo logistico, burocratico ed organizzativo. Immediatamente dopo, sempre la Sig.ra Brambilla, questa volta a nome della LEGA ITALIANA DIFESA ANIMALI, dichiarava che ella si impegnava ad offrire il miglior servizio nell’interesse della tutela del benessere degli animali.Si evince pertanto che la precedente assegnataria del Canile Municipale risultava essere la LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE, come da convenzione stipulata in data 03.04.01, la cui Presidentessa risultava essere la medesima Sig.ra MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Presidentessa anche della LEGA ITALIANA DIFESA ANIMALI.
L’interpellanza di cui si e’ fatto accenno e’ stata seguita da una seconda interpellanza, INTERPELLANZA 2, a firma dei Consiglieri Carla Zanetti e Salvatore Rossi e diretta al Sig Sindaco Lorenzo Bodega. I due Consiglieri esponevano questa volta dubbi ben più preoccupanti in merito alle modalità di attribuzione della gestione del Canile di Lecco, come segue.La L.I.D.A. era stata costituita in data 19 settembre 2002 e pertanto, quando il Comune aveva stipulato la convenzione per la gestione del canile municipale, l’associazione si era appena costituita. Oltre a cio’, la L.I.D.A. non risultava essere iscritta nel registro delle associazioni di volontariato provinciale, la L.I.D.A. risultava essere iscritta nel registro delle associazioni di volontariato regionale, ma a partire dal gennaio 2003, la domanda di iscrizione al registro era stata inoltrata il 10 settembre 2002, nove giorni prima della costituzione dell’associazione (19 settembre). Come fatto rilevare dai due Consiglieri comunali, come è stato possibile per un’associazione presentare domanda alla Regione prima di essere formalmente costituita ?Come oltremodo evidenziato dai due Consiglieri, la legge nazionale 11 agosto 1991 n 266 (legge quadro sul volontariato) art. 6, comma 2, recita “l’iscrizione ai registri è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici nonché per stipulare le convenzioni”, l’art. 7, comma 1, recita “Lo stato, le regioni, le province autonome, gli enti locali e gli altri enti pubblici possono stipulare convenzioni con le organizzazioni di volontariato iscritte da almeno 6 mesi nei registri di cui all’art 6 e che dimostrino attitudine e capacità operative” ed infine la legge regionale 24 luglio 1993 n 22, all’art 4 comma 5, recita “l’iscrizione nel registro è condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici, nonché per stipulare convenzioni e per beneficiare delle agevolazioni fiscali, ...”. La L.I.D.A., al momento della stipulazione della convenzione, non presentava i requisiti richiesti dalla legislazione vigente.Nella convenzione stipulata dall’amministrazione Lecchese, la certificazione di “attitudine e capacità operativa” (requisiti richiesti) sembrava poggiare (cito le parole dei due Consiglieri) esclusivamente sull’affidamento da parte dell’ASL del servizio di accalappiamento cani.Peccato che l’appalto del servizio accalappiamento sia stato affidato dall’ASL a partire dal Luglio 2002, quando ancora la L.I.D.A. non si era costituita sul territorio.
I dubbi e le perplessità (un po’ troppe) sopra enunciate sono state fatte rilevare in un chiaro articolo scritto da Alberico Fumagalli, giornalista di Merateonline, in un articolo uscito il 10 settembre 2007 su LA REPUBBLICA, 4a pagina e nell’interrogazione presentata alla Giunta Regionale il 10 settembre 2007 dai Consiglieri Regionali Sigg.ri Marcello Saponaro e Carlo Monguzzi.
Sebbene il problema “Canile di Lecco” non sia una questione politica, è importante e necessario evidenziare la composizione del Comune di Lecco, proprietario dell’immobile destinato a canile comunale, perché la maggioranza appoggia e sostiene l’attuale Presidentessa del canile lecchese, anch’ella schierata in politica ed appartenente alle stesse ideologie di centro – destra (Forza Italia).
Ne sono la riprova le dichiarazioni rilasciate ai giornali dal Sig Bruno Colombo, coordinatore provinciale di Forza Italia, dichiarazioni in seguito commentate dal giornalista Alberico Fumagalli (di Merate Online) in data 8 agosto 2007 ed il recente articolo apparso sul Giornale di Lecco ed intitolato “Brambilla salva il Sindaco”.
Si può pertanto chiaramente intendere come l’Amministrazione Comunale, nonostante le due interpellanze presentate negli anni scorsi, nonostante le numerose lettere inoltrate a supporto dei fatti rilevati nell’esposto presentato dalla Dr. Chiesa e nonostante l’Assessore Tentori avesse ricevuto lo scorso inverno alcuni cittadini ad esporre le problematiche legate alla struttura ed alla gestione, non avesse riscontrato irregolarità di procedura con riguardo all’attribuzione della gestione alla L.I.D.A., nonché, la medesima Amministrazione Comunale, non sia mai apertamente intervenuta sulla questione canile.
L’attuale Sindaco del Comune di Lecco e’ la Dott.ssa Antonella Faggi.
Come la Dr. Chiesa, i precedenti cittadini presentatisi negli Uffici Comunali, hanno fatto rilevare l'inadeguatezza dell’immobile, il sovraffollamento ed il nutrimento inadeguato dato ai cani, depositando un documento fotografico composto da una ventina di pagine circa.
L’Assessore all’Ambiente e’ l’Arch. Virginia Tentori, (tel. n° 0341 481322, tel. cellulare n° 380 4799832, fax n° 0341 481410, e.mail: virginia.tentori@comune.lecco.it"), che ben conosce e conosceva da svariato tempo le problematiche connesse alla struttura ed alla gestione del canile. Tale affermazione e’ supportata dalla lettera indirizzata all’Assessore Tentori ed al Comune di Lecco dalla Dr. Chiesa in data 06.08.07.
Lo scorso inverno (inverno 2006 – 2007) infatti, alcuni volontari del Canile di Lecco si sono presentati presso il Comune Lecchese per esporre le problematiche relative al Canile.
I volontari hanno esposto agli Assessori Tentori e Bottega le svariate problematiche relative al Canile (struttura inadeguata, presenza di topi, ecc...) supportate da un fascicolo fotografico (dei capannoni, del regolamento che viene fatto sottoscrivere ai volontari, ecc.).
Il voluminoso dossier fotografico e' stato trattenuto dagli Assessori.
Conoscendo le problematiche legate alla struttura ed alla gestione del Canile, come mai nessuno e’ sino ad ora mai intervenuto ????
I problemi strutturali, evidenti ed innegabili, vengono qui sotto ri-analizzati per maggiore chiarezza.
COSIDDETTI “SANITARI”: la degenza nelle gabbie chiamate “sanitari”, destinate al transito degli animali da poco accalappiati (dalla strada – al canile), dovrebbe essere al massimo di 10 giorni ma, a causa del sovraffollamento, tale obbligo non viene quasi mai rispettato.
I cani sono costretti a vivere in gabbie piccolissime (2 metri per 2) per tantissimo tempo, in box costruiti in lamiera.
La reclusione in piccoli spazi, com’è ampiamente noto, non permette all’animale lo sfogo peggiorandone lo stato psicologico ed aumentandone l’aggressività.
Nelle fotografie che seguono potete osservare un cane recluso nel sanitario da più di UN ANNO.
La reclusione ha peggiorato lo stato psicologico del cane aumentandone l’aggressività. Il poveretto ha sino ad ora morso ben quattro volontari, di cui uno trasportato al pronto soccorso e suturato con 7 punti alla mano ed al braccio. Il cane non e’ stato neppure castrato (permettendogli di ridurre l’aggressività), nonostante i solleciti avanzati da parte dei volontari che rischiano di farsi seriamente male ogni qual volta tentino di portarlo a passeggio.
CAPANNONE IN BASSO E LAVANDERIA: i soffitti e le pareti relative alla struttura del capannone in basso, nonché del locale chiamato “lavanderia”, sono umide, ammuffite e nelle gabbie abitate dai cani sottostanti piove all’interno a causa dei soffitti marci e delle numerose infiltrazioni.
CAPANNONE IN ALTO: la struttura è fatiscente e pericolosa, il soffitto e le pareti scrostate dall’umidità ed i pavimenti sempre bagnati. I bancali, nonché le cucce in cui vivono e dormono i cani, sono impregnati di sporco. Il corridoio è sudicio, scivoloso e pericoloso per chi ci cammina (personale di pulizia, volontari, ecc.), le finestre non si possono aprire totalmente rendendo l’ambiente buio, l’aria poco areata con odore stagnante di urina.
I cani sono chiusi a vita in questo inferno! Essendo difficoltoso arrivare all’ingresso del capannone, sempre chiuso a chiave, i cani vengono lasciati in stato di totale abbandono per tutta la giornata.
I cani presentano patologie depressive, uscendo una sola volta alla settimana (oltre i pochissimi minuti mentre vengono puliti i box). Vi sono cani che hanno vissuto ben quattro anni in tali condizioni!
SULL’ATTIVITA’ DELLA ASL E’ indispensabile anche esaminare la posizione dell’A.S.L. Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Lecco, il cui Direttore area Omogenea “Sanità, Igiene, Benessere e Produzioni Animali” e’ il Dott. Fabrizio Galbiati, anch’egli di Forza Italia e candidatosi alla carica di sindaco di Casatenovo (LC), appunto per Forza Italia, nell’anno 2004. Porta la sua firma la dichiarazione pubblica resa alla stampa in merito al canile, su carta intestata A.S.L., in data 6 agosto 2007, dichiarazione anch’essa commentata dal giornalista Alberico Fumagalli (di Merate Online) il giorno successivo. L’Assessore all’Ambiente Arch. Tentori però, in merito alle ispezioni A.S.L., aveva espresso ben differenti dichiarazioni di fronte ai cittadini presenti con la Dr. Chiesa all’atto di deposito dell’esposto, affermazioni citate nella lettera depositata in Comune dalla Dr. Chiesa con data 6 Agosto 2007. In merito invece alle “rivelazioni” esposte dal Dott. Fabrizio Galbiati, andrebbe fatto rilevare che i volontari hanno più volte portato, anche e soprattutto a proprie spese, cani del canile presso i propri veterinari di fiducia che invece hanno riscontrato nei poveri quadrupedi svariate e differenti patologie.Sarebbe di utilissimo supporto la Dott.ssa Cinzia Valsecchi, Medico veterinario in Mandello del Lario (Via XI Febbraio, 2, tel. n° 0341 702328), che ha visitato e curato svariati cani del canile di Lecco.Ma facendo un passo indietro, come mai i volontari portavano a proprie spese i cani dai veterinari ?
A detta della gestione soprattutto per mancanza di fondi e quindi di reale impossibilità a prendersi cura dei poveri cani ospitati.
Si mette a disposizione, a titolo di esempio riguardo alle patologie, il referto emesso dal Dott. D’Amiano, Dottore Veterinario in Lecco, che ha attestato una “infestazione massiva da anchilostomi”.
Gli anchilostomi sono vermi intestinali che colpiscono in qualsiasi età. Notevoli succhiatori di sangue al punto tale da poter causare anemie imponenti che possono portare a morte il cane. La prevenzione avviene distruggendo le feci contaminate appena evacuate.
Il cane in questione si chiamava Bracco, detenuto nel canile di Lecco. Oltre a ciò, si allega una breve lista di spese sostenute dai volontari (che hanno voluto fornire la loro assistenza in merito alla stesura di tale relazione) negli ultimi mesi riguardo ai cani ospitati nel canile lecchese, come segue:
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Si mettono a disposizione le dichiarazioni di due volontari che descrivono fatti ben precisi in merito a tale assunto.
SULLA GESTIONE DEL CANILE DI LECCO
Oltre alle numerose problematica già ampiamente analizzate, uno dei più rilevanti problemi riguardo il canile lecchese è senza dubbio il SOVRAFOLLAMENTO. Il canile, la terza settimana del mese di Luglio 2007, contava 307 cani!! Il Comune di Lecco, il 18.12.02, all’atto di firma della convenzione per l’affidamento del canile, ha consegnato all’attuale gestione n° 37 box per il ricovero degli animali ... 37 box ! A conseguenza di quanto appena detto, si sono verificati casi di SBRANAMENTI e MORTI A CAUSA DI SBRANAMENTO.
Le fotografie mostrano il povero BLONDIE, sbranato e martoriato perché inserito in gabbie con simili non idonei.
I BOX IN CUI VIVONO I CANI SONO SPESSO UMIDI E BAGNATI, procurando agli animali diverse malattie. I bancali in legno posti all’interno delle gabbie, su cui DORMONO I CANI, sono impregnati di acqua, umidi ed unti. Vi sono parecchi cani che soffrono di artrite alle zampe a causa dell’umidità in cui vivono perennemente.
Vi sono visibili PROBLEMI FOGNARI, il liquido fognario fuoriesce spesso, come illustrato nella foto che segue.
I cani non apprezzano il CIBO DI SCARSA QUALITÀ, spesso rifiutandolo. Tantissime crocchette vengono buttate e pertanto parecchi soldi dei contribuenti sono sprecati. Quasi tutti i cani hanno problemi intestinali, diarrea con feci liquide od addirittura con sangue, i valori del fegato sono alterati e lo stomaco è gonfio. Da qui si evidenzia il problema, per i volontari, di raccogliere le feci, causa di disappunto da parte dei cittadini (spesso di impossibile raccolta in quanto liquide). PRESENZA CONSIDEREVOLE DI TOPI (anche di grosse dimensioni), nonché di gallerie sotterranee. Si segnala il pericolo di malattie per chi lavora quotidianamente presso la struttura e per chiunque presti la propria attività, anche di volontariato, nonché per i cani stessi. Le trappole dislocate all’interno del Canile non hanno risolto l’enorme problema. Come anche confermato dall’Assesore Tentori alla riunione del 26 Luglio di fronte a vari cittadini, la direttrice del canile (che vive in un container all’interno del canile stesso), nutre giornalmente i topi con pane secco. Gli svariati problemi sopra enunciati sono stati fatti rilevare nell’interrogazione diretta agli Assessori Regionali competenti il 10 settembre 2007 dai Consiglieri Regionali Sigg.ri Marcello Saponaro e Carlo Monguzzi, nonché nell’interrogazione presentata in Senato dal Sen. Natale Rigamonti.
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