Cari lettori, a partire da oggi il nostro sito ospiterà una nuova rubrica, Radicalblogger, che racconta l'attualità politica senza tralasciare un soffio di ottima e sottile ironia, denunciando proprio con quest'arma la politica che ci circonda e che oramai da troppo tempo opprime il nostro sistema e l'intero paese. L'autore del pezzo si firmerà con l'acronimo LC. Luca Perego
RADICALBLOGGER Oh Miu Diu se con Ambrosoli vedo Deriu Ovvero i Supercattolici in politica, Ambrosoli e la repubblica italo-vaticana. Il primo avvistamento di Marco Deriu è stato a novembre, alla presentazione di Ambrosoli in quel di Calolziocorte (LC), presente Valsecchi, fresco di nomina di dirigente PD locale, Ambrosoli nel mezzo e Marco Deriu a lato. Che cosa ci facesse li il lecchese Deriu non ci era ben chiaro, anzi. A quel tempo era già difficile sapere chi fosse Ambrosoli, fino ad allora più presente fra gli scaffali del supermercato che nell'arena politica, ma proprio questo era uno dei suoi assi. Ora tutti sanno che ha scelto di stare dalla parte del bene, dopo che Sindona gli ha ucciso il padre (autentico orrore!) e che fa brillantemente l'avvocato di cause simpatiche, come per esempio difendere Piero Ricca, quello che ha dato del “pbuffone“ a Berlusconi, linea difensiva consonante con lo stile radicale. Ma nella banda di Ambrosoli Deriu ci pare una stonatura. Di lui ricordiamo una apparizione in Rai in orari mattutini per parlare del problema del “verosimile” nella rete, ovvero il rischio per i giovani utenti di non capire più ciò che è “artificio” da ciò che è “natura”, indi l'auspicio di applicare al mondo virtuale le regole del mondo reale, errore radicale! Ma il campanello di allarme è suonato per noi da una delle occupazioni sicuramente non marginali nella vita recente di Deriu: essere stato il direttore del settimanale “Il Resegone” centenario organo di stampa e di informazione della chiesa locale, quello che ti informa di ciò che succede nei quartieri e (forse) anche nel mondo commentando il tutto dal sagrato della chiesa, fra enumerazioni di cresime, battesimi, defunti e nascite. Dopo qualche anno al timone di Deriu il giornale si è incagliato nelle secche della pubblicità e ha chiuso i battenti con necrologio del direttore. Amen. Curiosamente, oltre all'editoriale il direttore si inoltrava spesso nella critica di Costume (es. televisiva), proprio quella che va forte sul sagrato della chiesa! Allora è proprio qui (o meglio anche da qui) che prendono corpo i nostri dubbi sull'ultimo candidato, ed ennesimo sconfitto, Ambrosoli che invece si era presentato con argomenti elettorali che erano miele per le nostre orecchie: - parlava della necessità di sciogliere o recidere di netto tutte le intricate relazioni fra politica e affari pubblici/privati perchè formatesi con metodi e logiche apparentemente corretti ma sostanzialmente produttrici di illegalità strutturale e procedurale come già denunciato in diversi momenti dai radicali. - il totale sganciamento dalle logiche formigoniane di distribuzione, gestione, assegnazione del Potere con la proposizione di una nuova classe dirigente. - la messa opera di sistemi per favorire al massimo la trasparenza soprattutto in tema di sussidiarità ad ogni livello della catena dirigenziale. tutti discorsi che sono l'ossatura politica del discorso radicale in Lombardia (vedi il lavoro di Valerio Federico e Luca Perego) che da sempre si sono confrontati l'asfissiante iperconcretezza della politica formigoniana nonchè del suo autocelebrato “sostanzialismo” illiberale. Considerato tutto questo non capiamo bene cosa diavolo c'entri Deriu, non capiamo come nel concreto politico possano trovare felice applicazione i propositi suddetti se il rappresentante lecchese origina dalla radice religiosa comune a tutto il gruppo di potere lombardo! Un gruppo che secondo una logica perversa vede l'esercizio del potere politico una naturale e ovvia espressione della religione. Se la radice è cosi simile anche l'albero potrebbe crescere in tal guisa e come radicali temiamo identici frutti! Se fino ad ora i soggetti individuali, societari, cooperativi, sono stati beneficiari (lautissimamente ricompensati) delle politiche formigoniane abituati a pregare sulla navata di Destra della Chiesa è molto probabile che non facciano molta fatica a spostarsi sulla navata Sinistra pur di non perdersi la messa! Cambia il prete ma la Comunione è la stessa. Rincara dubbi e sfiducie Radicali quando poi Ambrosoli nella sua presentazione ufficiale sfoggia orgoglioso la sua lunga appartenenza agli Scout (leggi Agesci!). Insomma, da Ambrosoli avremmo voluto un primum movens ben diverso! Prendere le distanze dalla proficua commistione fra religione e politica fatta in Lombardia fino ai nostri giorni, riprendere il concetto di una vera Laicità come una categoria poco pertinente con la Religione, una idea che si incardina sui parametri della Repubblica Italiana e non sulle proposizioni dello Stato Vaticano. Ma i Supercattolici spesso non la pensano così. Staremo a vedere.... LC
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