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ARL news : Stralci da "La lobby di Dio" - II° parte
Inviato da lucap il 23/6/2011 7:00:00 (1479 letture) News dello stesso autore

Nelle prossime settimane pubblicheremo sei stralci da "La lobby di Dio", libro di Ferruccio Pinotti (ed. Chiarelettere) al quale hanno collaborato Valerio Federico, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani, e Luca Perego, segretario dell'Associazione Radicali Lecco.



Il libro si chiama “La Lobby di Dio”, è la “prima inchiesta su Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere” (Chiarelettere, pagg.464, 16,60 euro) ; lo ha scritto Ferruccio Pinotti, che in passato ci ha regalato altri preziosi volumi: “Poteri forti”, sul caso dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi; “Opus Dei segreta”, che per la prima volta riporta testimonianze di ex numerari dell’Opus Dei; “Fratelli d’Italia”, un’inchiesta sulla massoneria; “L’unto del signore”, in collaborazione con Udo Gumpel, sulle origini della fortuna di Berlusconi e gli appoggi in Vaticano.
Comunione e Liberazione viene così presentata: “Più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria. Questo libro racconta per la prima volta dall’interno come funzionano Comunione e Liberazione e il suo braccio finanziario, la Compagnia delle Opere, una rete di più di 34mila imprese, un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro. Potere che sembra inarrestabile, spesso oscuro, e con il quale occorre fare i conti e avere consapevolezza.
Il libro di Pinotti si è avvalso della collaborazione di molte persone tra cui quello di due nostri compagni, Valerio Federico, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e componente del Comitato di Radicali Italiani, e di Luca Perego, autori della rubrica “Giù al Nord”, di “Radio Radicale”. Un contributo di “alto spessore”, lo definisce Pinotti, relativo all’analisi teorica del “sistema CL-CDO” della sussidiarietà formigoniana nonché al tema dei diritti civili negati dal sistema stesso e all’approfondimento di alcuni casi specifici.
E leggendo i saggi che seguono, si comprenderà bene il contributo che Federico e Perego hanno fornito all’importante inchiesta di Pinotti. Oggi ne pubblichiamo il secondo stralcio.

 

Sussidiarietà. Cosa significa?

Per sussidiarietà s’intende comunemente l’affidare la gestione di quanti più servizi possibili ai livelli istituzionali più vicini ai cittadini, oppure ai privati. Lo Stato, in questo schema, non fornisce direttamente servizi ma aiuta (sussidio) a garantirli sostenendo una rete associativa fortemente integrata sul territorio locale. La sussidiarietà regola quindi, su un piano generale e astratto, i rapporti tra Stato e società. Il principio e stato enunciato per la prima volta in modo compiuto nel Trattato di Maastricht del 1992, dove si afferma che la sussidiarietà e una delle direttrici fondamentali che guidano il processo di formazione dell’Unione europea. Nell’ordinamento italiano, la sussidiarietà e stata introdotta con le cosiddette riforme Bassanini (dal nome dell’ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini), ispirate al principio del federalismo amministrativo.
Dal punto di vista economico, la sussidiarietà si propone l’obiettivo di massimizzare l’efficienza e l’efficacia nell’erogazione di un ampio spettro di servizi ai cittadini. Ed e configurabile attraverso un criterio cosiddetto orizzontale o verticale.
La sussidiarietà ≪verticale≫ prevede che lo Stato intervenga solo nei casi in cui una funzione non possa essere gestita con maggiore profitto dagli enti più vicini al cittadino, cioè le Regioni e gli enti locali. Lo Stato conserva solo alcune funzioni eccezionali, tutto il resto passa alle Regioni. Queste a loro volta affidano l’esercizio delle funzioni amministrative agli enti locali territoriali. In quest’ottica, dunque, è previsto il trasferimento di risorse e competenze anche ai Comuni, con l’obiettivo che i contribuenti, usufruendo direttamente dei servizi, possano verificare il buono o cattivo utilizzo dei propri soldi.
La sussidiarietà ≪orizzontale≫, che è quella più sponsorizzata da CL, prevede che Stato e regioni sostengano i corpi intermedi rinunciando a gestire direttamente molti servizi: gli individui in quest’ottica si aggregano dando vita a realtà associative intermedie (società miste, consultori, scuole, università, agenzie, strutture sanitarie private o parificate, partiti ecc.). La sussidiarietà orizzontale contribuisce a connotare le modalità dell’intervento pubblico tramite un coinvolgimento del privato, che può anche sostituirsi all’amministrazione.
L’attuazione di questo principio comporta però un margine di discrezionalità notevole per le istituzioni che sono chiamate a recepirlo. In particolare, nella logica comunitaria la sussidiarietà presuppone la trasparenza delle procedure di affidamento dei servizi pubblici locali, e il funzionamento di adeguati sistemi di valutazione della qualità. In tal modo, trasparenza e qualità dovrebbero garantire la libera concorrenza.
I corpi intermedi migliori per qualità e costi si aggiudicano i finanziamenti pubblici. E dovrebbe essere dunque direttamente il contribuente a controllare l’utilizzo virtuoso dei suoi soldi. La visione ciellina, invece, realizza un forte centralismo (come avviene nella Lombardia di Formigoni, ma non solo) a beneficio del privato ≪fai per me≫, versione ciellina unica e particolare della sussidiarietà, attraverso una gestione centralistico-regionale della spesa pubblica.
L’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale porta con se, soprattutto in Italia, rischi di inquinamento delle libere dinamiche del mercato. Quando parliamo di libero mercato intendiamo un mercato regolato, dove il ruolo dello Stato e quello di definire poche e chiare regole che difendano la libera concorrenza. La sussidiarietà orizzontale di marca ciellina rappresenta la mano dello Stato sul mercato, che non si limita a regolare, ma determina i vincitori stroncando la concorrenza.

Nell’interpretazione ciellina della sussidiarietà, l’iniziativa privata non è solo indirizzata: i soggetti in campo sono scelti dalla politica. Il privato viene selezionato sulla base dell’impronta confessionale che può apportare alla società o sulla base della fedeltà alla regia del movimento. Il privato viene dunque scelto, assistito e perfino creato attraverso le nomine, l’impostazione dei bandi, gli accreditamenti, i contratti, le convenzioni e la distribuzione della spesa pubblica. Durante la preparazione di questa inchiesta abbiamo avuto la possibilità di visionare elenchi spesso tenuti nascosti di imprese e altre realtà che operano sotto il cappello protettivo della Compagnia delle opere: sono centinaia. Per queste imprese e società la crisi finanziaria che oggi sta squassando le economie nazionali e molto meno dura. Loro lavorano, stringono alleanze, si scambiano favori. E’ il sistema vincente. La lobby del futuro: la lobby di Dio, perchè confessionale e rigorosamente cattolica.

Per ogni struttura che eroga un servizio, specie se finanziata con soldi pubblici, cioè dei cittadini, si dovrebbe essere in grado di misurare il rendimento in termini di qualità. Questo monitoraggio romperebbe il sistema delle clientele. Nel modello della ≪sussidiarietà ciellina≫ mancano pero gli indicatori di qualità, non sono definiti i risultati attesi e gli standard di prestazione cui fare riferimento per poter apportare correzioni e migliorare la qualità dei servizi.

Una sussidiarietà tutta italiana. Impronta confessionale e fedeltà alla regia ciellina sono praticamente i soli criteri sulla base dei quali vengono erogati i finanziamenti. Le formazioni sociali intermedie create per gli ≪amici≫ del movimento vanno supportate, o meglio favorite, solo se il collante che tiene insieme gli individui e rappresentato dall’unica verità, quella di CL e della Chiesa romana. Il resto, per i ciellini, è l’individualismo della solitudine, del nichilismo, del profitto fine a se stesso.
La persona, secondo i seguaci di don Giussani, ha bisogno di rapporti stabili, e i rapporti che prescindono da Dio e dalla famiglia ≪tradizionale≫ non comporterebbero doveri e responsabilità e sarebbero scioglibili a piacimento.

Per gli amici del movimento, la libertà vera ha sempre un solo contenuto e una sola direzione. Lo Stato è nemico quando ha l’ambizione di essere l’unico portatore del bene comune, diventa ≪amico≫ quando lascia questo compito ai corpi intermedi, al privato garantito, sostenendolo con fiumi di soldi. Il mercato è nemico perche portatore dell’≪egoismo individualista≫, diventa amico quando si fa strumentalmente riferimento alla bellezza della libertà di iniziativa privata. Privato si, ma educato, educato dagli amici del movimento.

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