Prosegue la rubrica Radicalblogger, di seguito pubblichiamo il secondo intervento.
RADICALBLOGGER Maroni a Lecco fra amnesie e miracoli da palcoscenico. Il 21 febbraio 2013 in una sala Ticozzi mezza piena è arrivato Roberto Maroni per un incontro ufficiale con il PCL lecchese. Tanti sostenitori della Lega ma anche tanti del PCL che a Lecco superano di gran lunga quelli del PDL (o al più coincidono) facce note alla cronaca locale Nava, Antonio Rossi, Mauro Piazza, Boscagli (Filippo), Raffaello Vignali... Sul palco solo due persone, Maroni e Luigi Amicone, il direttore di Tempi, rivista ufficiale di CL disseminata fra le poltroncine. Il numero distribuito ha una copertina di un rosso non cardinalizio con la piccola sagoma nera della regione Lombadia nera accerchiata da questo mare rosso che non è quello biblico. Amen. Maroni appena arriva sa di essere fra amici, si sente sicuro, abbassa la guardia e arriva clamorosa la gaffe! Compatisce amabilmente i suoi avversari per il loro basso livello politico: Ambosoli è uno sconosciuto senza esperienza (e questa può andare) e poi c'è Albertini che è proprio inqualificabile, “pensate - dice Maroni - che proprio ieri è stata aperta una indagine dalla procura di Brescia (?) per le firme false nella presentazione della sua lista!” Firme false ??!! Ho capito bene!!?? Mon Dieu! Si parla di corde in casa dell'impiccato! E Maroni prosegue “ma pensate con chi ho a che fare io! Con uno che per presentarsi alle elezioni ha bisogno di avere delle firme false... ma come si fa? Ma che serità è? Ma che onesta!?” Cerco lo sgomento sui volti dei presenti o per lo meno una gomitata d'intesa ma invece tutti tranquilli, il “miracolo della rimozione” è già sceso in sala su tutti i membri anche non del PCL e Maroni tira dritto sulle strade ben battute dalla platea. Parla cosi della necessità di continuare senza modifiche il modello lombardo che ha guidato la regione per tanti anni (indisturbato) creando meccanismi di produzione di politiche virtuose, il tutto da far convergere nel progetto della Macroregione del Nord. Cosi, nell'ordine ribadisce come sia una connotazione di autentica ed irrinunciabile Libertà il potere di scegliere tra Pubblico e Privato in campi come la sanità e l'istruzione, fra i quali, secondo la nota formula piciellina, non vi è alcuna differenza, anzi! Applausi spontanei di gruppi sparsi in sala (probabilmente divisi per interessi). Maroni parla anche dei cugini svizzeri e della potenza lombarda ribadendo che la sua proposta del 75% delle tasse in Lombadia sarà l'arma finale. Parole come ripensamento, revisione critica, problemini giudiziari, non vengono nemmeno citati seriamente. Non paghi di tutto questo, interviene Amicone che ricorda alla platea la sua personale amicizia con Formigoni fin dagli anni '70, quando codeste politiche erano ancora embrionali e non si erano trovate le giuste guide per farle crescere. Accenna pure alle recenti parole di un cadinale che “non ha paura di dire ai suoi fedeli durante la messa quali sono i valori da votare!”. Insomma in poche mosse in casa pciellina si è approdati ai loro registri linguistici e relazionali preferiti: l'autoreferenzialità delle cause e degli effetti. Amen. Nessuna domanda dalla sala, anche perchè nei contenuti sembrava di stare ad una riunione del PCL con Maroni ospite (e neppure d'onore). L'impressione è stata quella di un Maroni interessato a portare a casa il più possibile con il fantasma della macroregione, a tratti sembra quasi che non viva già più in Italia, una battaglia solo per il Nord dove i soldi e il lavoro qui prodotti saranno le armi per tenere in scacco Roma. D'altronde in casa piciellina i miracoli sono sempre possibili. Cosi in una sorta di psicodramma della rimozione collettiva si esaurisce l'incontro con tutti molto soddisfatti. Attendendo l'esorcista mercoledi 27 cm. LC
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